Il linguaggio della lauda

Le laudi, a partire dalla lingua utilizzata sono espressione allo stesso tempo della pietas - senso di Dio - delle passioni e dei sentimenti di persone del popolo che desiderano lodare il mistero.

Dal testo traspare una profonda immedesimazione delle vicende narrate, dalla natività alla morte di Cristo, passando attraverso la figura della Vergine Maria a quelle di alcuni santi. Nel testo sono usati diffusamente superlativi e iperboli quando ci si pone di fronte alla figura della Vergine e di Cristo, accanto ad aggettivi che descrivono in un modo immediato e carnale i protagonisti stessi delle laudi. Pertanto anche la morte appare in tutta la sua crudezza, metafora del peccato e della perdizione, ma via attraverso la quale ci si può contemplare la passione di Cristo. Componimenti quindi che operano un avvicinamento, una unione vera e propria tra Dio e l'uomo.

Pur con queste caratteristiche le laudi non sono testi rozzi, anzi. Sono tutte scritte in forma di ballata, composte da ritornello e strofa, con alcune forme retoriche ricorrenti: l'ultima parola della strofa è la prima della successiva, la stessa rima è ripetuta nell'ultimo verso di ogni strofa e del ritornello, forma presenta nella musica arabo-andalusa dei canti detti sefarditi. Questa ultima osservazione può aprire riflessioni molto ampie, basti pensare al manoscritto delle Cantigas de Santa Maria, una su tutte è quella di una sorta di Unione Europea ante litteram, basata non su fragili presupposti economici come la nostra, ma su unità di sentimenti e religione, con scambi culturali che percorrono le vie dei grandi pellegrinaggi.

altissima luce
Altissima luce col grande splendore,
in voi, dolçe amore, agiam consolança.

Ave, regina, pulçell’amorosa,
stella marina ke non stai nascosa,
luce divina virtù gratïosa,
belleça formosa: di Dio se’ semblança!

Fresca rivera ornata di fiori,
tu se’ la spera di tutt’i colori:
guida la skiera di noi peccatori,
sì c’asavori de tua beninança.

Ave Maria di gratïa plena,
tu se’ la via c’a vita ci mena;
di tenebria traesti et di pena
la gente terrena k’era ‘n gran turbança.

Donna placente ke sì foste humana,
fonte surgente sovr’ogne fontana,
istìevi a mente la gente cristiana,
ke non sia vana la nostra sperança.