Il lebbroso

croce della Grande Guerra

«La campagna rideva al sole, e la gioia di vivere s'insinuava nel cuore del giovane con un ritmo di canzone provenzale, quando ad uno svolto il suo cavallo s'impennò: sul margine della via un uomo: non un uomo: un lebbroso. Francesco vide appena quel volto purulento scavato dalle caverne delle orbite, di primo impeto tirò le briglie per dare di volta. Ma la voce interna gli disse: - Cavagliere di Cristo, hai paura?
D'un balzo fu a terra, afferrò la mano del lebbroso, gli baciò le dita spolpate, sentì il fetore della cancrena, e gli lasciò una moneta che era nulla in confronto alla carità divina di quel bacio. Il giono dopo, con meditato coraggio, andò al lebbrosario, lavò e fasciò le piaghe dei malati.
Guerra e amore facevano la gloria dei cavalieri, guerra e amore Francesco andava cercando, al rovescio, però, del mondo. »


Maria Sticco, Tra il mondo e Dio

 

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