Il Canto Gregoriano

Il Canto Gregoriano costituisce un genere musicale monodico, codificato in un repertorio di musica vocale in lingua Latina, nel quale si esprime la preghiera pubblica cristiana, cioè la Liturgia.

Il Canto Gregoriano è pertanto musica musica sacra. Esso presenta tutte le caratteristiche della consacrazione religiosa: è un canto povero, casto ed obbediente.


Povertà

Innanzi tutto è un canto povero: ha rinunciato definitivamente ad arricchirsi. è sufficiente un colpo d’occhio per accorgersi della povertà, della limitatezza, della modestia dei suoi mezzi tecnici.
Di fianco alle ricchezze rutilanti dell’orchestra e della polifonia, il canto gregoriano non avrà da offrire che una linea, una sola. Utilizza solo intervalli piccoli: la seconda, la terza; la quarta e la quinta sono già più rare, la sesta è quasi ignorata; l’ottava, sconosciuta nell’apogeo del gregoriano.
Il canto gregoriano, che rinuncia a frazionare i toni in semitoni, rinuncia anche a dividere i tempi; il suo tempo primo, flessibile d’altronde come la sillaba latina, è indivisibile. Il suo ritmo ignora la misura isocrona, la quadratura, le simmetrie sistematiche che mettono ordine e chiarezza nella composizione classica, i tempi forti, la sincope, in breve, tutte le altre conquiste della musica posteriore.

Castità
In secondo luogo, la melodia gregoriana è casta. Ciò appare nel suo evitare accuratamente ogni civetteria che attirerebbe l’attenzione su di sé, ogni sensualità, anche attenuata, ogni sentimentalismo e ogni manierismo dei mezzi espressivi, pur così ricchi di sensibilità.
Essa ha mirato, e raggiunto, la massima trasparenza al messaggio spirituale di cui è portatrice.

Obbedienza
Infine l’obbedienza è forse l’aspetto più positivo della composizione gregoriana. Tutto il resto, povertà di mezzi tecnici, pudore d’espressione, poteva essere considerato come preparatorio.
Nella via della rinuncia, mancava ancora l’essenziale. Il sacrificio più radicale che la Chiesa chiede alla musica, per renderla degna della fiducia accordatale, è di essere solo musica, di accettare il ruolo secondario di servitore del testo liturgico.

[Tratto e adattato da "Metodo di Canto Gregoriano" G. Vantini - Schola Cantorum Mediolanensis]

 

 

 

 


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