Liuto Rinascimentale a 8 cori

 

La realizzazione del liuto che ho costuito deve molto al libro di Robert Lundberg "Historical Lute Construction" , che mi ha fornito molte indicazioni sulle varie fasi di lavorazione e mi ha reso consapevole dei problemi che avrei dovuto affrontare.

Perchè un liuto dopo quattro chitarre. Senz'altro per l'amore per la musica antica. Io ascolto musica partendo dal canto gregoriano fino alla scuola di Vienna. Tuttavia, negli ultimi tempi, ricercando nei suoni leggerezza e semplicità ho intrapreso un percorso a ritroso, scoprendo la bellezza della musica dal rinascimento al barocco, magari meno complessa e "densa", ma senz'altro non meno ricca.

Oltre alla motivazione musicale, non nascondo che un o stimolo importante sia stato la sfida di una realizzazione che richiedeva tecnica nuova, quale la piegatura delle doghe, non per dimostrare particolari abilità, ma per lo sforzo continuo di migliorarsi ed arricchire la prpria capacità manuale.

Trovo che il liuto sia uno strumento mirabile e nobilissimo. Nato in un'epoca in cui era solidissimo il primato dela voce quale strumento per eccellenza, il liuto umilmente ha cominciato ad affermarsi accompagnandola. Grazie all'abilità degli strumentisti si è imposto come strumento solista, con una timbrica particolarmente ricca di armoniche, simile appunto alla voce umana. Nonostante l'evoluzione il liuto non è mai riuscito a raggiongere una robusta sonorità e, unita questa alla fragilità della sua struttura, ne ha segnato il declino.

Solo come oggetto il liuto è estremamente bello ed elegante. Le doghe piegate della cassa armonica sono raccordate armonicamente partendo dalla sezione aurea. Il primo progetto vero e proprio di un liuto è quello di Zwolle, che fissa le proporzioni dello strumento secondo la serie di Fibonacci (la stessa spirale delle conchiglie). Nel progetto e nella costruzione ho cercato di mantenere questo spirito, cercando curve armoniche (sia esteticamente che dal punto di vista musicale) e finiture eleganti nella loro essenialità.

Nei pochi grammi che costrituiscono il liuto troviamo quindi molti elementi, la sezione aurea appunto, la cupola a tutto sesto per la cassa di risonanza, la rosa intagliata, finestra sul confine tra il microcosmo delle vibrazioni interne dello strumento e l'ambiente esterno. In un oggetto come il liuto dove tutto sembra essere funzionale alla musica, all'imitazione della voce umana, è inserito da sempre un particolare come la rosa, dove oltre a svolgere una funzione organica alla musica, ne rende un'altra totalmente volta all'estetica.

Non può esistere un liuto senza rosa intagliata. La lavorazione della rosa è stato un momento molto bello, pieno di trepidazione, poichè un solo taglio del coltello sbagliato, troppo lungo o profondo, può compromettere tutto. Tuttavia mano mano che la finitura procede si prova la senzazione proprio di comporre un'opera nella sua armonica interezza. Che bello intagliare una rosa! Vale lapena spendere tutto questo tempo e queste energie? senz'altro perchè la "bellezza salverà il mondo"!


Liuto Rinascimentale a 8 cori: g, dd, aa, ff, cc, GG, Ff, Dd

Tavola: Abete rosso Val di Fiemme, in due pezzi

Ponticello: noce nazionale

Capotasto: osso naturale

doghe: tredici fasce in acero marezzato con filetto di noce

Manico: cedrella lastronato in acero

Piroli: Palizzandro

Paletta: acero

Tastiera: ebano

Diapason: 600 mm

Legacci in budello

Alcune immagini durante la costruzione

Tutti i componenti sono stati ricavati partendo da legno a taglio grezzo. Nella costruzione è stata ricercata una cura particolare per evitare qualsiasi tensioni nello strumento, dovuta alla piegature delle fasce o agli allineamenti geometrici, in modo da lasciarlo libero di reagire, senza resistenze indotte, alle vibrazioni delle corde.

La finitura della tavola è stata realizzata a cera, il resto dello strumento con gommalacca trasparente decerata.


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© realdo uberti