Glossario degli strumenti musicali dell'antica Grecia

GLOSSARIO DEGLI STRUMENTI MUSICALI

da Music of Ancient Greece, www.rakkav.com/kdhinc/pdf/mga_booklet.pdf

 

Askaules: cornamusa. Il termine compare in epoca romana, utilizzato da Marziale.

Askros: variante di krotala cosiderato da alcuni l’analogo (o la stessa cosa) di un altro strumento a percussione: la psithyra.

Aulòs: principale e più importante strumento a fiato, suonato da solo o combinato con la voce o con strumenti a corda, prevalentemente la cetra. Solitamente il suonatore usava una coppia di auloi, ognuno con il suo bocchino. Alcune volte i due auloi erano della stessa lunghezza; altre, uno dei due era più lungo. Ogni aulòs aveva un certo numero di fori laterali per il diteggio, chiamati trèmata or trypèmata. A causa della forza richiesta per suonare l’aulòs, gli auleti, come mostrato nelle raffigurazioni vascolari, indossavano la phorbéia, una specie di bavaglio in pelle, con fori al livello delle labbra, in cui venivano inseriti i bocchini dello strumento.
Altri nomi dati a questo strumento sono i seguenti:

  • diopos: avente due fori;
  • hemiopos: avente metà del numero solito di fori;
  • hypotretos: forato sotto;
  • kalliboas: che si ditingue per il suono particolarmente bello;
  • mesokopos: di medie dimensioni;
  • paratretos: forato lateralmente;
  • polytretos: avente molti fori;
  • polykampes: dal suono più vario;
  • polykompos: dal suono alto;
  • polymekes: di grande lunghezza;
  • polymeles e polymelpes: strumento politonale, in grado di produrre più melodie;
  • polyphthongos e polyphonos: molti toni, suoni;
  • barybromos: dal suono forte, profondo.

 

Barbitos, barbiton: varietà di lyra più stretta e lunga; di conseguenza le sue corde erano più lunghe e l’altezza del loro suono minore. Altri nomi di questo strumento sono barmos, baromos e barymiton, gli ultimi due menzionati da Saffo e Anacreonte.

 

Calamos: aulòs realizzato in calamo.

Canon: di solito soprannominato "canon pitagorico" perchè la sua invenzione fu attribuita a Pitagora. Era uno strumento monocorde usato per determinare le relazioni matematiche tra i suoni musicali. Viene spesso confuso con il monocordo.

Chelys: variante primitiva di lyra, così chiamata perchè la sua cassa di risonanza era costituita da un carapace di tartaruga.

Cembali: due piatti emisferici cavi, di origine asiatica, usati inizialmente nei culti orgiastici in onore della dea Cibele, più tardi di Dioniso. Altri nomi dei cembali sono bakyllion e baboulion, mentre il termine cymbalion, diminutivo di cymbalon, indica un cimbalo più piccolo.

 

Discos: disco metallico con un foro al centro, sospeso da una corda e percosso con un martelletto.

Dizygoi, dizyges auloi: aulòs doppio; coppia di auloi.

 

Echeion: nome mistico usato per il cembalo nel culto di Demetra. Anche echeia, o vasi emisferici di differenti dimensioni che producono suoni diversi, suonati utilizzando una piccola bacchetta.

Elymos: varietà di aulòs frigio con due canne di lunghezza diversa, delle quali la più lunga è a destra ed assume forma curva, terminando a forma di campana, probabilmente per via dell’inserimento di un tipo di corno.

Embaterios aulòs: varietà di aulòs utilizzato nelle marce militari.

Emphysomena: strumenti a fiato in generale. Il termine deriva da physan (= soffiare).

Enchorda, organa: strumenti a corda in generale, che possono essere suddivisi nelle seguenti famiglie:

  • famiglia della lyra e della cetra: phorminx, kitharis e barbitos;
  • famiglia dello psalterion: magadis, pektis, sambyke, phoenix o phoenikon o lyro-phoenix, epigoneion, simikon e trigonon;
  • famiglia del liuto: trichordon, pandoura.

Aristosseno denomina "strumenti stranieri" i seguenti: phoenix, pektis, magadis, sambyke, trigonon, klepsiambos, skindapsos e enneachordon.

Epigoneion: strumento a corda della famiglia dello psalterion, suonato con le dita, senza l’aiuto del plettro. Secondo la testimonianza di Polluce, aveva quaranta corde ed era uno dei più grandi strumenti a corda utilizzati nell’antica Grecia.

Epistomis: vedere phorbeia.

 

Gingras: piccolo aulòs di origine fenicia, di tono penetrante e dal suono lamentoso e lugubre. È anche il nome di Adone nella lingua fenicia.

 

Helicon: strumento a corda simile a canon e monocordo, usato per misurare le consonanze. In senso metaforico, il termine viene da Helicon, "il monte delle Muse". Ci è giunto un diagramma di Tolomeo che mostra le proporzioni di questo strumento.

Hendekachordon: varietà di lyra con undici corde e dieci intervalli, secondo la testimonianza di Ione di Chio. L’undicesima corda era stata aggiunta da Timoteo di Mileto.

Heptagonon: strumento sconosciuto, citato da Aristotele nella sua "Politica".

Hydraulis, hydraulòs, hydraulikon organon: deriva da "acqua" e "aulòs". È un organo in cui il suono è prodotto tramite compressione idraulica dell’aria, la cui invenzione è stata attribuita a Ctesibius di Alessandria, uno studioso greco di meccanica. Alcuni studiosi ne attribuiscono invece l’invenzione ad Archimede.

 

Iambyke: strumento a corda di forma triangolare, così chiamato perchè utilizzato per accompagnare i canti (chiamati iamboi), come menzionato da Filone di Delo ed Esichio.

 

Kindapsos, skindapsos: grande strumento con quattro corde, suonato con il plettro.

Keras: varietà di tromba fatta di corno.

Kithàra: strumento a corda più perfetto ed elaborato rispetto alla lyra. Differisce dalla lyra nella cassa di risonanza, nelle dimensioni e nella sonorità. La cassa di risonanza è in legno e più grande di quella della lyra, in modo che produce un suono più ampio e altisonante. La forma classica della kithàra prevede sette corde. Mentre la lyra rimase uno strumento per suonatori dilettanti, la kithàra era largamente usata da professionisti.

Kithàris: primitivo strumento a corda identificato in genere con la lyra o il phorminx, anche se alcuni storici lo identificano con la kithàra. La sua cassa di risonanza è in legno, a forma di carapace di tartaruga. Raffigurazioni vascolari di questo strumento richiamano strumenti posteriori, risalenti al Medioevo.

Klepsiambos: strumento sconosciuto a nove corde, appartenente alla famiglia del psalterion.

Krotala: strumento a percussione costituito da due pezzi cavi di conchiglia, legno o metallo, che, battuti uno contro l’altro, producono un suono chiamato rhymbos o rombos.

Kroupezion: scarpa o sandalo in legno utilizzato per scandire il tempo nella danza; di solito veniva attaccato alla suola un piccolo pezzo di metallo per rendere il suono prodotto più forte e chiaro. Veniva usato il termine podopsophos per indicare un uomo che scandiva il tempo col piede.

 

Lyra: il più importante e conosciuto di tutti gli strumenti musicali dell’Antica Grecia, associato con il culto di Apollo, così come la kithàra. Le parti fondamentali della lyra sono:

  • la cassa di risonanza, echeion, fatta con un carapace di tartaruga, poeticamente chiamata chelys (da chelone = tartaruga);
  • due braccia fatte di corno o legno, chiamate peichis (= braccia) o kerata (= corna), proiettate sopra la cassa di risonanza, e collegate da una traversa in legno chiamata zygon o zygos (= giogo);
  • le corde, fatte di budello o tela e chiamate chordai o neurai, attaccate al chordotonion o chordotonos, fatto in legno e collocato nella parte più bassa della cassa di risonanza. Erano passate sopra un ponte chiamato magas e tirate per raggiungere lo zygon, a cui erano fissate con anelli mobili di cuoio o cotone chiamati kollaboi e kollopes.

La lyra primitiva aveva tre corde, mentre la variante più frequentemente raffigurata nelle decorazioni vascolari ha sette corde. Un’ottava corda, che si suppone aggiunta da Pitagora, comparve nel VI secolo a.C.. Ne furono poi aggiunte altre, fino ad arrivare a dodici.

 

Magadis: strumento a corda della famiglia dello psalterion, avente, secondo Anacreonte, origine lidia. Era costituito da venti corde, probabilmente accordate in coppia. Termine utilizzato anche per indicare l’aulòs lidio.

Monaulòs: aulòs singolo, chiamato anche calamaules.

Monocordo: strumento con un’unica corda, come indicato dal nome stesso. Come il canon, era utilizzato per determinare le relazioni matematiche tra i suoni musicali.

 

Nablas, nabla: strumento della famiglia dello psalterion, avente dodici corde, di origine fenicia, suonato con le dita o utilizzando il plettro.

Niglaros, ginglaros: piccolo aulòs di origine egizia.

 

Organon: nome generico utilizzato per indicare strumenti a corda e a fiato.

 

Pandoura, pandouris, pandouros: strumento a tre corde della famiglia del liuto, chiamato anche tricordo. Pandourion è il diminutivo di pandoura.

Parthenios aulòs: aulòs dal suono più alto.

Pektis: strumento a corda molto vicino al magadis.

Pelex: strumento a corda della famiglia dello psalterion, menzionato da Polluce. Non è noto altro al riguardo.

Phoenix: strumento a corda simile a magadis e pektis.

Phorbéia: chiamata anche peristomion e epistomis; capistrum in latino. È una specie di bavaglio in pelle, che l'auleta portava attorno alla bocca e alle guance. Essa aveva un foro in corrispondenza della bocca, per consentire di soffiare, ed era legata dietro la testa. L’uso della phorbéia consentiva al suonatore di soffiare a lungo e di continuo senza stancare i muscoli del viso e delle guance.

Phorminx: lyra primitiva; probabilmente è il più antico strumento suonato dai cantori epici, chiamati aoedoi. Omero si riferisce ad esso con il nome di perikalles.

Photinx: aulòs traverso in legno, di origine egizia, simile al plagiaulòs.

Physallis: tipo di aulòs; da physan (= soffiare). Il nome è menzionato da Aristofane e Lisistrato.

Plagiaulos: aulòs traverso che, secondo Polluce, era di origine libica ed era in legno di loto. Era caratterizzato dall’uso di una sottile membrana che copriva un foro, producendo così un suono simile a quello prodotto da un normale aulòs.

Psalterion: termine generico per indicare gli strumenti a corda suonati con le dita, senza utilizzare il plettro. Fu anche usato per designare uno specifico strumento. Il corrispondente termine latino è psalterium, dal verbo psallein (= toccare con le dita).

Psaltinx: tipo di kithàra.

Pteron: strumento sconosciuto; probabilmente era uno strumento a fiato perchè viene solitamente associato nella letteratura greca con gli aulòi e l’hydraulos. Letteralmente significa ala.

Pythikon: strumento a corda sconosciuto, chiamato anche dactylikon.

 

Roptron: tamburo piccolo e leggero costituito da un cerchio in legno con un pezzo di pergamena stesa su di esso e piccoli pezzi di metallo legati attorno.

 

Salpinx: tromba dritta fatta di osso o metallo. La tromba di corno era chiamata keras (= corno). la tromba in conchiglia era chiamata tritone, in onore di Tritone, figlio di Nettuno e suo trombettiere.

Sambyke: strumento a corda, avente la forma di una piccola arpa, il cui nome deriva da una barca e fu introdotto in Grecia dalla Siria e dall’Egitto. Gli è stato dato questo nome perchè la sua forma richiama quella di un sambyke (= barca).

Seistron: da seio (= scuotere, agitare); in latino sistrum. Piccolo strumento a percussione a forma di staffa o ferro di cavallo. Viene dall’Egitto, dove era utilizzato nelle cerimonie in onore di Iside. Aristotele riferisce che lungo il fiume Scamandro cresceva un certo tipo di pianta chiamata sistro o seistros, i cui semi, una volta secchi, producevano un rumore dolce se agitati e si riteneva tenessero lontani gli spiriti malvagi.

Simikion: strumento a corda della famiglia dello psalterion, avente trentacinque corde, come l’epigoneion.

Skytalion: termine utilizzato per indicare un aulòs molto piccolo.

Spadix: strumento a corda menzionato da Nicomaco.

 

Tityros, tityrinos aulòs: aulòs da pastore fatto di giunco o canna.

Trichordon: strumento a tre corde, chiamato anche pandoura, della famiglia del liuto.

Trigonon, trigonos: strumento a corda di forma triangolare, come indica il nome stesso. Era in realtà una varietà d’arpa suonata con le dita o con il plettro, ed aveva varie corde di differente lunghezza.

Tympanon: strumento a percussione avente la forma di una scatola cilindrica, con membrane in pelle stese su entrambe le estremità; era suonato con una mano, solitamente da donne, durante i riti di Cibele e Dioniso.

Tyrrhenos aulòs: aulòs etrusco.

 

Xylophonon: da xylon (= legno) e phone (= suono). Il termine xylophonon era sconosciuto nell'Antica Grecia e l'uso di questo strumento non è certo. Comunque, uno strumento avente la forma di una piccola scala a pioli compare in vari vasi apuli. Può trattarsi di un tipo di sistrum o seistron.


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